Comune di Sassuolo, Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna, SGP
ARCHEOLOGIA A MONTEGIBBIO
VISITE GUIDATE ALLO SCAVO ARCHEOLOGICO DI ETÀ ROMANA
domenica
10 giugno, 24 giugno, 1 luglio, 15 luglio e 22 luglio 2012
alle ore 10, 17 e 18 con
ritrovo nel parcheggio del Castello di Montegibbio
Sassuolo, località Montegibbio (MO)
È gradita la
prenotazione: URP Sassuolo tel. 0536 1844 801
Partecipazione € 3,00 (gratis sotto i 12 anni), fino a esaurimento dei posti
disponibili
(in caso di pioggia le visite saranno annullate)
Un’occasione per conoscere il sito, i ritrovamenti, le prospettive e una storia millenaria drammaticamente legata ai movimenti della terra
Si chiama archeosismologia ed è il neologismo, certamente non bello, con cui
si definisce l'attività scientifica che lega la letteratura archeologica sui
terremoti alla sismologia. Settore di studio relativamente recente e di
drammatica attualità, è basato su un modello concettuale elementare: per conoscere
l'attività sismica di un'area occorre allargare la finestra temporale delle
osservazioni che attestano il verificarsi di terremoti.
L'archeologia dunque,
assieme alla storia, è la disciplina che più può aiutare a migliorare le
conoscenze sull'attività sismica in corso, poiché consente di arricchire la
storia con testimonianze materiali di crolli e distruzioni rimaste imprigionate
nella terra per lungo tempo.
Nella sua Naturalis Historia (II, 199), Plinio il Vecchio accenna a un terremoto
avvenuto nel 91 a.C. verosimilmente legato a Montegibbio. Secoli dopo, a partire
dal 1594 con il cronista sassolese Antonio Vivi, fino al 1835 con Giovanni De’ Brignoli di Brunnhoff,
altri storici narrano episodi simili avvenuti nel territorio di Montegibbio, in
cui esplosioni di salse sono connesse a scosse di terremoto.
Queste notizie storiche hanno dato alle indagini archeologiche iniziate nel 2006
nel sito "il Poggio" di Montegibbio una nuova valenza: questo scavo, con tutte
le sue particolarissime evidenze, rappresenta un caso-studio di archeosismologia?
Probabilmente sì. La sequenza sismica che oggi affligge la pianura modenese
indica quanto seria sia la problematica causata da un terremoto e fa riflettere
su quanto importante e delicato sia il riconoscimento di eventi sismici antichi,
per i quali, peraltro, le metodiche specifiche dell’archeosismologia impongono
grandi cautele, al fine di evitare ricostruzioni fantasiose. Archeologi e
geologi stanno cercando la risposta nel cuore di un versante collinare che cela
molte deformazioni di differente età ed entità. Di anno in anno il cantiere
manifesta sempre più una complessità che necessità di analisi estremamente
attente e multidisciplinari, la cui tempistica è sempre e comunque doverosamente
imposta in primis dai ritmi e dalle finalità, di studio e conservazione, dello
scavo archeologico.
Le visite guidate allo scavo archeologico di età romana di Montegibbio
erano state organizzate prima che il terremoto colpisse così duramente il
modenese. I promotori dell'iniziativa e gli archeologi hanno comunque voluto
confermare le visite guidate, ritenendo che il sito, per la sua particolarità,
possa rappresentare uno stimolo di riflessione anche per i non addetti ai
lavori.
Così domenica 10 e 24 giugno, e domenica 1, 15 e 22 luglio, alle ore 10:00,
17:00 e 18:00, si terranno le visite guidate a cura degli archeologi che
hanno condotto gli scavi (costo € 3 a persona, gratuito fino a 12 anni)
Partendo dal parcheggio del Castello di Montegibbio e camminando
per circa 5 minuti lungo un piacevole sentiero nel bosco che conduce al Poggio, si giunge
allo scavo archeologico. Qui gli archeologi operanti sul campo illustrano gli
sviluppi degli ultimi scavi, soffermandosi sulla straordinaria
importanza dei ritrovamenti di epoca romana che hanno fatto di questo sito uno
dei più significativi non solo a livello locale.
Dopo le prime importanti scoperte di belle pavimentazioni, il lavoro condotto
da archeologi e geologi durante le numerose campagne di scavo ha messo in luce i
resti di un edificio riferibile al tardo periodo repubblicano, probabilmente
destinato al culto di Minerva. Gli archeologi hanno scoperto numerosi
blocchi di grandi dimensioni in pietra arenaria, squadrati e bugnati, sparsi al
suolo forse in seguito a un evento sismico avvenuto nella zona delle colline di
Sassuolo. La struttura in blocchi risulta in parte illeggibile a causa della
successiva costruzione di un pozzo: fu proprio durante la costruzione di questo
pozzo, datato ad epoca tardo antica, che la struttura in blocchi fu in parte
asportata per consentire il raggiungimento di una vena d’acqua sorgiva, la cui
presenza rappresenta un legame con il culto di Minerva, ricordata in
un’iscrizione votiva recuperata nel 2009 a Montegibbio. Minerva infatti è una
divinità connessa alle acque, e in particolare al loro valore salvifico e
curativo.
Durante le campagne del 2011 e 2012, gli archeologi hanno studiato la pianta e
la funzione della struttura architettonica in blocchi solo in parte messa in
luce nel 2010, cercando di approfondire, con l’aiuto di geologi, i reali motivi
che furono causa di questa vasta distruzione del sito.
Le visite guidate non richiedono prenotazione (che è comunque gradita
telefonando all'URP del Comune di
Sassuolo tel. 0536 1844 801): il pubblico sarà accolto in ordine di arrivo, fino
ad esaurimento dei posti disponibili (in caso di pioggia le visite saranno
annullate)
Nei pomeriggi di domenica 10 giugno e di domenica 15 luglio, al termine della
visita allo scavo, degustazione di hamburger di carne bovina biologica a cura
dell'Azienda Lei di Montebaranzone. Negli stessi giorni Alessandra Bosi esporrà
al pubblico i risultati della sua ricerca sulla fauna di Montegibbio.
Nei pomeriggi di domenica 24 giugno, domenica 1 luglio e domenica 22 luglio, al
termine della visita allo scavo, è allestito uno stand gastronomico con prodotti tipici, a cura
del Circolo Boschetti Alberti
La partecipazione alle visite guidate costa € 3,00 (gratis sotto i 12 anni),
fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Il ricavato delle visite e degli stand gastronomici sarà destinato a finanziare
le attività di scavo; in caso di pioggia le visite sono annullate.
IAT Sassuolo: 0536 1844 853 –
iat@comune.sassuolo.mo.it
Servizio attività culturali Comune di Sassuolo: 0536 1844 965 –
cultura@comune.sassuolo.mo.it
Lo scavo archeologico, che ha avuto una grande eco dopo la prima
pubblicazione scientifica presentata nel luglio 2010 a Montegibbio
(L’insediamento di Montegibbio: una ricerca interdisciplinare per
l’archeologica, Firenze 2010), è condotto da Francesca Guandalini (dottore
di ricerca in Archeologia), sotto la direzione Scientifica della Soprintendenza
per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, ed è stato finanziato nel corso del
2011 dal Comune di Sassuolo, che è anche diventato concessionario del sito
archeologico.
Al Comune di Sassuolo che ha reso possibile l’avvio del “progetto di ricerca
Montegibbio” con gli scavi, il convegno del 2009 e le due mostre archeologiche
allestite presso il Castello di Montegibbio e il Palazzo Ducale di Sassuolo
nell’estate-autunno del 2007, si è unita la Soprintendenza Archeologia dell'Emilia-Romagna con il proprio personale scientifico (archeologi Donato Labate
e
Luca Mercuri) e tecnico (restauratori) in quello spirito di collaborazione e
reciproca stima che rende possibile risultati di eccellenza.
Sullo scavo hanno operato gli archeologi Francesco Benassi (ArcheoModena) e Ivan
Zaccarelli (Ispettore
Onorario), gli studenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia (Corso
di Laurea in Scienze dei Beni Culturali) e di Bologna (Corso di Laurea in
Archeologia); hanno inoltre partecipato, con le proprie preziose consulenze, i geologi Prof.ssa
Lisa Borgatti (DICAM - Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e dei
Materiali, Università degli Studi di Bologna) e Prof. Stefano
Cremonini (Dipartimento di Scienze della Terra e Geologico-Ambientali,
Università degli Studi di Bologna)
IL SITO ARCHEOLOGICO DI MONTEGIBBIO
Nel
corso degli scavi condotti a Montegibbio in via della Rovina, a poca distanza
delle salse, sono emersi dati interessanti riguardanti un insediamento
pluristratificato. Le indagini archeologiche, cominciate dal 2006 e tuttora in
corso, hanno infatti portato in luce una successione stratigrafica,
databile dal periodo della prima romanizzazione al tardo antico (III/II sec.
a.C. - VI sec. d.C.).
Nel sito sono stati individuati resti di costruzioni riferibili ad un santuario dedicato a Minerva, ad una probabile villa e a strutture agricolo produttive. L'attenzione degli archeologi si è concentrata sui crolli e sulle distruzioni documentate nei vari edifici rinvenuti, forse riferiti a fenomeni tellurici. Alla lettura e comprensione di tali eventi hanno portato il proprio apporto specialisti di discipline scientifiche, con cui il confronto e la discussione sono avvenuti in occasione del convegno tenutosi a Sassuolo nel febbraio del 2009, preceduto nel 2007 a due mostre, allestite nel Castello di Montegibbio e nelle sale del Palazzo Ducale.
In occasione del convegno gli studiosi delle Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, di Bologna, di Ferrara e dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno presentato l'esito delle proprie indagini, in parte scaturite grazie alle tesi degli studenti del Corso di Laurea in Scienze dei Beni Culturali che hanno preso parte attiva allo scavo. Per questo motivo, oltre alle tematiche prettamente archeologiche, storiche e topografiche, gli atti del convegno pubblicati nel volume “L'insediamento di Montegibbio: una ricerca interdisciplinare per l'archeologica” affrontano temi inerenti la geologia, l'archeosismologia (disciplina innovativa incentrata sullo studio dei terremoti antichi) e lo studio botanico del sito. Una parte è poi dedicata alla chimica (per quanto concerne l'analisi delle tecniche pittoriche degli affreschi) ed alla petrologia.
Archeologi, storici, botanici, sismologi, chimici, geologi hanno unito le proprie competenze dialogando insieme, facendo del sito di Montegibbio il centro di un futuro laboratorio di ricerca. Laboratorio in cui si ritiene fondamentale non solo la comprensione della fasi storiche dell'insediamento, ma anche il contesto geologico ed in generale ambientale in cui il sito si colloca e le cause che ne hanno provocato varie distruzioni.
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