Amuleti

Il termine amuleto è usato per descrivere i piccoli talismani protettivi amati dagli Egizi e dagli altri popoli antichi. Oltre a garantire protezione, tali oggetti potevano avere lo scopo di infondere a chi li indossava particolari qualità. Gli amuleti spesso raffiguravano oggetti sacri e animali, e, dal Nuovo Regno (1550-1069 a.C.) in poi, ritraevano dei e dee, non solo divinità statali e locali, ma anche  divinità "domestiche" come Bes e Taueret. La gamma di amuleti funerari aumentò notevolmente dal periodo saitico (664-525 a.C.) in poi. Gli amuleti erano fatti di pietra, metallo, vetro o, più comunemente, faïence, e i materiali erano selezionati per le loro presunte proprietà magiche.
Una distinzione generale può essere fatta tra gli amuleti indossati nella vita quotidiana al fine di proteggere il portatore dai pericoli e dalle difficoltà che potrebbero minacciare lui o lei, e quelli realizzati espressamente per adornare il corpo mummificato del defunto. La seconda categoria poteva includere anche divinità funerarie come Anubis, i figli di Horus, ma anche, seppur raramente, figure di Osiride, il dio degli Inferi.
Il Libro dei Morti comprendeva formule diverse con vignette illustrative che conferivano a determinati amuleti precisi poteri; amuleti particolari erano collocati in punti specifici all'interno delle bende di una mummia, come lo scarabeo del cuore.
Molti amuleti rappresentavano concetti astratti sotto forma di geroglifico, come nel caso della ankh ("vita") e del pilastro Djed ("stabilità").